I tagli alla riabilitazione

Sono appena di un mese fa i Decreti n° 2 e 3 del 20 gennaio scorso del Commissario ad Acta alla Sanità che fissano per l’anno 2014 i tetti di spesa per l’area degli anziani non autosufficienti stimati in euro 17.935.436,00 per le R.S.A. ( Residenze Sanitarie Assistite ) e euro 14.562.346,00 per le R.A. ( Residenze Assistite ). Si parla all’incirca di 32.5 milioni di euro.
Parimenti con circolare prot.RA/ 39214/COMM del 10 febbraio u.s. sempre il Commissario ad Acta Giovanni Chiodi definisce il fabbisogno complessivo per l’anno 2014 per l’acquisto di prestazioni riabilitative in euro 60 ml. per l’anno 2014, con un taglio di 6 ml. rispetto alla remunerazione dell’anno 2013 e 10 ml. rispetto al 2012. Peraltro, il Programma Operativo 2013/2015 a cui Chiodi fa riferimento ai fini dei volumi di spesa sanitaria, prevede per il 2015 un ulteriore taglio di 6 ml. Motivo per cui la spesa per la riabilitazione scende a quota 54 ml.
Da ultimo con Decreto Commissariale n° 20 del 19 febbraio u.s. la Regione Abruzzo dà avvio al procedimento di riorganizzazione della rete regionale dei servizi territoriali a carattere residenziale e semiresidenziale dando mandato e facoltà alle Aziende USL di valutare i propri fabbisogni con gli erogatori privati sulla base dei progetti da questi ultimi presentati a garanzia dei livelli essenziali di assistenza individuati con D.C.A. 52/2012.
Peraltro in detto Decreto di riorganizzazione si stabilisce che tale processo andrà comunque concluso entro il 31 marzo 2014.
Fatta questa doverosa quanto opportuna premessa di ricostruzione dei dati contenuti negli ultimi provvedimenti Commissariali, la CISL Funzione Pubblica esprime la prima seria perplessità sui tempi che il percorso di riorganizzazione possa avvenire entro il termine perentorio indicato in Decreto.
E’ appena il caso di ricordare che già dal 2005, all’indomani dell’insediamento del Governo Del Turco, si parlava di rimodulare la rete di offerta di posti letto residenziali per anziani e disabili conformandoli al D.P.C.M. del novembre 2001 sui L.E.A. (Livelli Essenziali di Assistenza). Ci vollero oltre 3 anni e precisamente il 31 marzo 2008 per partorire con la legge n° 5 un nuovo Piano Sanitario Regionale che non fu mai attuato per le note vicende giudiziarie che nel luglio successivo interessarono l’intera Giunta Regionale con la conseguente caduta del Governo.
Sono passati ulteriori 5 anni e cioè tutta la durata del nuovo Governo Chiodi e tra un Decreto a firma Redigolo, uno Baraldi ed infine Zuccatelli si sono avvicendate bozze di riorganizzazione mai portate a compimento. Quindi circa 9 anni di stallo. E nel frattempo si è proceduto di anno in anno, per gli effetti dei piani di rientro, a negoziazioni con gli Erogatori Privati, effettuate sempre al ribasso senza mai metterli nelle condizioni di potersi ristrutturare rispetto ai fabbisogni reali. Esito finale di questa colpevole mancata riprogrammazione è stato la produzione, nel giro di poco più di 5 anni, cioè l’intera durata del Governo Chiodi, di un taglio sul settore di circa 23 milioni di euro con una generazione di mobilità passiva interregionale che, a fine 2013, oltrepassa i 7 milioni di euro, vale a dire più del 10% del budget di 66 ml. stanziati. Ciò ha comportato un esodo in massa dei nostri assistiti in altre regioni che evidentemente hanno garantito loro una offerta di assistenza che l’Abruzzo non ha più dato e disagi per le famiglie costrette a viaggi della speranza per assistere e confortare i propri familiari.
L’interrogativo che la CISL FP pone è che: si riuscirà a fare in 2 mesi quello che non si è fatto in 9 anni?
Questo funesto presagio viene avvalorato, ed è questa la seconda grave perplessità della CISL, dall’ enorme incongruenza che CHI deve governare i processi di riorganizzazione delle rete della residenzialità e semiresidenzialità delle aree degli anziani non autosufficienti e della disabilità abbia già stabilito preventivamente quanto, detta rimodulazione, costi per l’anno in corso e per gli anni a venire, fissando i budget riportati nei decreti succitati.
Da sottolineare che per portare a termine la riorganizzazione di tutto il settore non basta la valutazione congiunta tra AUSL e Aziende, ma vanno definite le nuove rette e tariffe da applicare ai nuovi setting individuati, l’aggiornamento tariffario delle attuali rette ferme all’anno 2002 quando ancora le tariffe venivano valorizzate in lire ….. e l’eventuale quota di compartecipazione alla spesa da parte degli utenti. Tutti elementi da definire con appositi provvedimenti regionali che evidentemente andranno emanati nei prossimi due mesi. Solo conseguentemente a detti atti si potrà configurare l’esatto ammontare dei budget da assegnare alle diverse aree. Diversamente i conti non torneranno se non dentro la solita logica dei tagli lineari che ha finora contraddistinto il Governo Regionale e che ha messo in ginocchio la nostra sanità: pubblica e privata.
Ma diversamente i conti non tornano anche in considerazione che il nuovo programma di riordino di posti letto dettato dal DCA 52/2012 prevede un’assegnazione di circa 2529 nuovi posti per l’area degli anziani non autosufficienti e 600 per i nuovi setting nell’area della disabilità e riabilitazione. Questi circa 3100 posti non potranno essere certo finanziati con decurtazioni economiche sistematiche come finora avvenuto.
Quanto esposto non è affermato solo dalla CISL FP, ma è scritto a chiare note proprio sul Piano Sanitario Regionale 2008/2010 a cui i provvedimenti regionali si ispirano. Nello specifico, per l’area degli anziani il PSR prevede, tra riconversione, aggiornamento tariffario e nuovi posti letto una spesa a regime di euro 76.804.375,00; oltre 44 ml. rispetto a quanto destinato dai Decreti n° 2 e 3 del 2014.
Mentre il PSR stanzia 100.723.786,00 per la riabilitazione che il piano operativo 2013/2015 approvato con Decreto Commissariale n° 84 del 9 ottobre 2013 come modificato ed integrato dal Decreto 112 del 30 dicembre 2013 stima per l’anno 2014 in 60 ml. e per l’anno 2015 in 54 ml. cioè altri circa 45 ml. che mancano all’appello. In totale si parla di quasi 90 ml. che vengono a mancare rispetto al fabbisogno espresso dal Piano Sanitario Regionale.
Quale Governo avrà mai il coraggio di colmare questa enorme discrasia fra quanto atteso e quanto dichiarato?
Chi si farà carico di finanziare tale cifra avendo la capacità e la competenza di razionalizzare i circa 2500 milioni di euro che ogni anno la Regione Abruzzo spende per la propria sanità? E intanto la mobilità passiva cresce…..e i cittadini abruzzesi migrano……
Pescara, 25 febbraio 2014
IL SEGRETARIO REGIONALE
Davide Farina